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Asunto: eugne-recensione libro molon

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Dario Molon, "Giorno dopo Giorno insieme", Streetlib.


Dario Molon continua la linea intrapresa sette anni fa con "Una poesia al giorno toglie il medico di torno": poesia gnomica, in parte aforistica, pur se la rima(alternata)distende il ductus poetico, non riducendolo mai a un puro aforisma. dirò che, a differenza di quella raccolta(e non solo perché il tempo passa, sarebbe considerazione banale)la varietà di temi qui trattata è decisa...mente più ampia, con poesie dedicate all'amianto, all'emblematizzazione dell'"uomo qualunque", anche al plurale(assente ogni riferimento politico-ideologico, però)un super-avatar moloniano, all'amore e al sogno, al tema della guerra, della pace, della tolleranza versus intolleranza, del mecenatismo, della falsa retorica sulla " liberazione", a molto altro ancora. Ogni giornata, dal 1° gennaio al 30 aprile è "effigiata"- illustrata da una poesia, dove, volendo operare una scelta per esaminarla più dettagliatamente, ci si trova in imbarazzo , in quanto si tratta di vero fil rouge che le percorre tutte, quasi fossimo in presenza di una catena. Certo, le poesie potrebbero anche lette singolarmente e varrebbero appunto di per sé, ma andrebbe perso, così, quella forma poetica di illustrazione" a calendario", che è precisamente la forza della silloge poetica. Ma di Dario Molon leggeremo presto alcuni libri sui " pirati" (in realtà un'occasione per parlare della nostra contemporaneità in forma anche " avventurosa"), ma ha già pubblicato, in collaborazione con chi scrive, il saggio "La Bibbia: è saggio ignorarla?"(Streetlib, 2016), nonché "Non solo vedere", commenti poetici intorno alle opere pittoriche di Cecilia Zendri, ma anche "Vivere...una favola", ediz. PAV, 2016, dove la fiaba si rinnova con modalità e personaggi attinti alla vita " quotidiana".

Eugen Galasso

1    

presentazione libro del professor

Eugen Galasso

e lettura di "copiato" e "fiume in piena"

2    

presentazione libro del professor

Eugen Galasso

e lettura di "a Peter" e "Panzane"

3  

presentazione libro del professor

Eugen galasso 
e lettura de   "il formicaio"  e  "dov'è?"

Recensione su  “ Poesie di Un Uomo Qualunque ”

 

Si nota, nelle poesie e nelle prose di Un Uomo Qualunque, lo sforzo di confrontarsi con l'esistente, sia in forma narrativa(autobiografico, certo, ma anche biografico, come sempre nella prosa che sia tale)sia in forma poetica, quindi paradigmatica.

Uno sforzo, questo di Molon, che va sempre all'essenza, tra-lasciando quanto è o potrebbe essere zeppa, dettaglio superfluo, elemento accessorio.

Non c'è mai, in nulla di quanto egli abbia scritto o scriva, compiacimento, autoreferenzialità, smania di emergere citando o citandosi. Mira al sodo, cioè al problema di una cultura(intesa in senso ampio, nell'accezione antropologica per cui cultura=società)  che va sfaldandosi, che si autodistrugge, "invasa", com'è, da mille distrazioni inutili, da approdi neppure inutili, da una tempra etica inesistente, da mine vaganti neppure degne di essere considerate tali.

Anche il momento gnomico, della rampogna, in Un Uomo Qualunque non è mai"tonitruante", non è in-scritta in un circolo vizioso per cui da parole derivano parole, da concetti si ricavano concetti.

Entra nel percorso dell'autore quanto ha vissuto, anche e soprattutto ma non solo(vale qui il ciceroniano "Primum vivere, deinde philosophari") quanto è insito nella sua attività di operatore culturale, ma anche di homo viator, quale invero tutti siamo-ma di cui non tutti riescono a rendersi conto né tanto meno a dar conto, poi, con una riflessione e un'opera poiètica(la poesia, lato sensu, quindi anche quando include il récit, la narrazione,  è sempre in primis poièsis).

Ecco allora, per tornare anche, almeno in parte, a quanto detto all'inizio, che Un Uomo Qualunque si confronta sì con l'esistente, il "presente" (prescindo qui dalle riflessioni sul tempo, certo compossibili, da Eraclito ad Agostino d'Ippona a Heidegger ma soprattutto Bergson,  dove però è impossibile eludere quanto la scienza, in specie dopo Einstein ci dice sul tempo-Hawking e non solo in astrofisica- quanto poi deriva dalle riflessioni rese possibili dalle neuroscienze), a guarda "fatalmente" oltre, a quello "spazio utopico" che la riflessione ma ancora di più la creazione artistica e poetico-letteraria fatalmente implica, quell'"oltre", quella Quinta Stagione(the"Wine's Summer", per Ray Bradbury)che ogni persona, in una forma o nell'altra, con accentuazioni diverse, auspica, ma che poi non sa metaforizzare, ma soprattutto non sa esprimere in maniera adeguata.                                                  Eugen Galasso, Ferragosto 2009

19 agosto ’09  recensione a “ poesie di un Uomo Qualunque “

 

 Ancora un breve testo: "Decisamente raro il caso in cui uno scrittore e poeta(distinguo, in quanto, lo si voglia o meno, i canoni espressivi dei due generi-prosa e poesia- rimangono diversi, che si ricorra o meno alla distinzione jakobsnoniana tra asse sintagmatico e paradigmatico)sappia darci autenticità e verità senza sotterfugi senza rinunciare alla qualità espressiva.

Ciò, invece, in Un Uomo Qualunque è completamente presente, dove la capacità di dirci il vero, di narrare e narrarsi(esprimendo il vero Sé)c'è pienamente, mentre non c'è alcun infingimento, alcun"trucco"per cacher, per nascondere o occultare le cose o parte di esse, di ciò che chiamiamo"realtà", ma neanche di non darci-dirci il vero.

La sofferenza, il dolore, il pati diviene com-passione, capacità empatica di vivere e provare con l'altro sensazioni, sentimenti, dolori, tutto quanto le persone si trovano a dover subire ed esperire.

Ma non ne soffre(la ripetizione del lemma o della sua radice è inevitabile, con slittamente di signifcato inevitabile) minimamente la produzione di senso, veicolata da uno stile essenziale, rigoroso, privo di orpelli, ma al tempo stesso per nulla privo o povero-deprivato di figure letterarie, di invenzioni di ogni genere; l'ironia sa far capolino, non manca l'ungarettiana "allegria di naufragi"".

 

Eugen Galasso

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